Un tweet del Ministro dello Sviluppo Economico lancia l’allarme sull’Ilva, e chiede ai sindacati di accelerare. Il rischio è la chiusura degli impianti tarantini, prevista sul contratto di governo tra Lega e 5 Stelle. Un tweet inequivocabile indirizzato ai sindacati e al calendario definito dallo stesso ministro “rilassato” dopo l’incontro di ieri con la proprietà AmInvestco.
Il contratto di governo prevede la chiusura e la bonifica dell’area, ma anche la conversione dell’economia tarantina.
La situazione a Taranto
Naturalmente c’è preoccupazione a Taranto, ma anche una situazione finanziaria e ambientale ormai difficilmente sostenibile. L’azienda ha risorse per altri due mesi, poi si vedrà. I sindacati stentano a trovare un’intesa con la proprietà, e soprattutto appaiono troppo compassati nel procedere con gli incontri e le riunioni dei lavoratori.
Il contratto di governo prevede invece “salvaguardia ambientale, tutela occupazionale e riconversione economica”. Per Calenda, la sorte dell’Ilva sarà la chiusura. Per i 5 Stelle e la Lega, la sorte di Taranto sarà lo sviluppo delle green economy, delle energie rinnovabili e dell’economia circolare.
Il problema in realtà è che proprietà e sindacati stanno perdendo molto tempo per la messa in sicurezza degli impianti, e portarli ad un livello decente di salvaguardia ambientale. E il tempo sta finendo.
Molte infatti sono le pressioni, anche dalla stessa base cittadina, per una chiusura e riconversione degli impianti. La città è staccata in due, tra necessità di occupazione, e bisogno di salute.
Gli impianti, così come sono, rappresentano una bomba inquinante, finora tollerata solo per mancanza di altre fonti di lavoro.