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Trump insiste: 50 miliardi di dazi sulle merci cinesi. Pechino reagisce

 

Trump appone la sua firma ai dazi promessi qualche settimana fa. Circa 50 miliardi di dollari il valore delle merci che subiranno una tassa doganale del 25%.

Il provvedimento riguarderà circa 800 categorie di merci a partire dal 6 luglio, per un valore di 34 miliardi. Poi sarà la volta per altro 16 miliardi di valore su 284 categorie.

La guerra commerciale continua

Con la firma ufficiale del presidente, si apre una nuova fase nella guerra commerciale tra le due principali economie mondiali, che non potrà che portare ad una reazione cinese, già annunciata.

Da Pechino, il ministero degli Esteri ha già annunciato ritorsioni e misure di protezione agli interessi cinesi, come logico.

E questo non ha fatto altro che scatenare la risposta statunitense, di ritorsione alle ritorsioni. Una guerra senza fine, con la Cina che annullerà tutti gli accordi con gli USA, che accusano Pechino di rubare tecnologia statunitense.

Sarà braccio di ferro dunque, per vedere chi cederà prima. Intanto le banche centrali sono preoccupate dalla situazione, anche in Europa, dove sono scattati i dazi su alluminio e acciaio. Anche altri paesi subiranno questi dazi, che dovranno necessariamente portare a nuove intese. È infatti impensabile che la guerra commerciale posa continuare all’infinito.

È probabile che gli Usa vogliano ottenere dei vantaggi. La maggiore preoccupazione di Washington infatti non è di natura strettamente economica. Gli Usa hanno paura di perdere il predominio mondiale sulle proprietà intellettuali, un evento ineluttabile, con il passar del tempo. Non ha caso, le categorie soggette ai dazi sono proprio quelle dei tecnologici.

D’altra parte anche la Camera di Commercio Usa ha dichiarato come i dazi “non siano il giusto approccio”.

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