Il Governo ha bloccato l’aumento delle tasse per i Comuni, ma questi, aumentano le tariffe per far fronte ai costi. La spesa pubblica resta dunque una coperta troppo corta, e a pagare sono sempre i cittadini.
Dal 2015, dopo l’introduzione della nuova legge, i servizi offerti dai Comuni sono aumentati del 5,6%. A rivelarlo un’indagine della Cgia di Mestre.
La situazione
Una norma che intendeva salvare i risparmi dei cittadini è stata dunque del tutto inutile. D’altra parte i Comuni si trovano a dover fronteggiare i costi per i servizi offerti, e senza un aumento delle tasse, si rifanno direttamente sulle tariffe.
Gli aumenti sono generalizzati e riguardano un po’ tutti i servizi, dall’immondizia ai trasporti, fino agli asili, e tutto questo, secondo il coordinatore dell’Ufficio studi della Cgie, Paolo Zabeo, non compare sulla pressione fiscale, che riguarda solo le imposte diretta, e non contempla le tariffe.
Ma le tasche degli italiani sono sempre più leggere, e in alcuni casi, i cittadini hanno visto rincari anche del 90%, come nel caso dei certificati.
L’acqua, bene pubblico essenziale, è aumentata in media del 14%, la scuola del 5% e le mense delle scuole di più del 4%.
Aumenti ben al di là dell’inflazione, che negli ultimi anni è aumentata invece solo del 1,7%.