Cosa succederà alle pensioni con il nuovo contratto di governo siglato da M5S e Lega? La riforma del sistema pensionistico era uno dei temi elettorali per Lega e Movimento, e il superamento della legge Fornero era la parola d’ordine per tutti gli schieramenti.
Una legge che la stessa ministra aveva poi bocciato, perché non ha dato i frutti che si attendevano.
Cosa succederà ora
Il contratto di governo prevede investimenti per 5 miliardi contro la disoccupazione, attraverso l’uscita anticipata dal lavoro. Svecchiare il mercato del lavoro sembra essere la nuova frontiera per l’occupazione e il mantenimento di un sistema pensionistico che costa circa 270 miliardi di euro l’anno.
Si attuerà il programma Quota 100 del M5S e si prorogherà l’Opzione Donna, già sperimentata dal Pd.
“Opzione Donna” ha facilitato l’uscita dal mercato del lavoro per molte donne con 35 anni di contributi, e di andare in pensione tra i 55 e i 58 anni di età.
La nuova proposta Pensione Quota 100 invece, prevede di poter andare in pensione dopo 41 anni di contributi, quota variabile per i lavoratori con mansioni usuranti.
Le misure sono prese per rimediare alle contraddizioni delle legge Fornero, che ha innalzato pesantemente l’età lavorativa, sfavorendo così sia i lavoratori anziani che i giovani disoccupati.
È ormai evidente che alzare l’età pensionabile è controproducente, sia per l’occupazione, che per il mantenimento del sistema pensionistico, che ha bisogno di giovani e contributi, se vuole sopravvivere.
Far uscire molti anziani dal mercato del lavoro, per far entrare i giovani, non è solo una questione di numeri. Occorre infatti dare la possibilità, ai giovani, di avere delle certezze, poter formare una famiglia e aumentare la popolazione, si vogliono ottenere più contributi pensionistici per il futuro.