La Deutsche Bank non è in salute, e da parecchio tempo. I tedeschi sono bravi a nascondere la polvere sotto al tappeto, ma questa prima o poi salta di nuovo fuori.
I media europei hanno in gran parte ignorato i grossi problemi di bilancio del colosso tedesco, che ha in pancia moltissimi Non performance Loans, i famosi crediti deteriorati. Più concentrati sui problemi bancari italiani, i media hanno sottovalutato la crisi del gruppo teutonico.
Ma soprattutto, la banca ha bisogno di ridurre i costi, e lo farà con circa 7mila licenziamenti.
La ristrutturazione
Il titolo Deutsche Bank AG continua a perdere in borsa, e negli ultimi sei mesi, il prezzo delle azioni è passato da 17,12 euro a 10,82 euro, con un crollo del 31% nell’ultimo anno.
Oggi, con l’annuncio della ristrutturazione, il titolo viene ancora penalizzato, con una perdita del 1,46%. La banca deve intervenire sul personale, portandolo a 90mila unità, con tagli in tutte le filiali, non solo tedesche naturalmente.
Una ristrutturazione che interessa il 25% degli addetti, mentre i licenziamenti riguarderanno tutti i lavoratori full-time.
Una dieta dimagrante per sistemare il bilancio ed eliminare le operazioni ad alto rischio. Le regioni in cui si faranno più tagli sono quelle asiatica e statunitense, per un totale di 100 miliardi di euro di esposizioni rischiose. Si tratta di una dieta pari al 10% delle esposizioni totali, giunta dopo tre bilanci consecutivi in perdita.
Scendono i ricavi (-5%) e gli utili, dopo una strategia evidentemente non lungimirante. Evidentemente, non sempre Germania è sinonimo di efficienza.