Lo spread è stato l’argomento della settimana, non solo in Italia. Tutta l’Europa ha tenuto sotto osservazione il differenziale italiano e le sue forti oscillazioni. Ha colpito, in particolare, l’inversione di tendenza sulle decisioni del Quirinale, esattamente opposte a quelle che erano le intenzioni del Presidente della Repubblica.
Quando Mattarella voleva rassicurare i mercati, questi si sono spaventati. Quando dovevano spaventarsi con l’incarico a Conte, si sono rassicurati.
Lo spread dei titoli a due anni è passato dal rendimento negativo fino ad arrivare al 2,43%. Quello dei decennali è passato dall’1% fino a un massimo del 3,33%, per poi rientrare al 2,77%.
I motivi
I motivi sono da ricercare non solo sul “sentimento del mercato” per l’attuale neo-governo, ma anche dal futuro non proprio “auspicato” dagli investitori.
Il presidente Mattarella infatti, non aveva fatto i conti con le possibili evoluzioni della politica italiana. Cottarelli non avrebbe avuto la fiducia de Parlamento, e soprattutto, le elezioni a luglio, avrebbero consegnato all’alleanza Lega-M5S una maggioranza ancora più ampia.
Si parla del 60% dei seggi, che avrebbero dato molta più forza ai giallo-verdi. Non è quindi paradossale che la nomina di Cottarelli, uomo vicino ai mercati e all’Europa, abbia in realtà scaldato lo spread per portarlo abbondantemente sopra i 330 punti.
Gli investitori hanno preferito la stabilità dei giallo-verdi, ad un governo senza fiducia, con Lega e 5Stelle pronti ad incassare il loro gradimento elettorale, di fronte all’ennesimo governo non votato alle elezioni.