Lo spread sale a oltre 160 punti in pochi giorni, dopo le tensioni sulla novità contenuta nel contratto di governo, sulla cancellazione del debito per 250 miliardi.
Certamente questo ha contribuito a far crescere lo spread tra Btp e Bund, dai 115 punti di inizio settimana, agli attuali 163,77 punti base, ma la crisi del debito sovrano italiano è destinata ad accentuarsi anche in futuro, indipendentemente dal governo che ci sarà.
I motivi che porteranno lo spread in alto
I motivi per cui lo spread è destinato a salire tra la fine del 2018 e l’inizio del prossimo anno sono molto semplici. Lo spread italiano è stato “drogato” dalla politica della BCE, che ha acquistato la maggior parte dei titoli italiani nel programma di QE.
L’acquisto massiccio di titoli governativi dei paesi in difficoltà ha placato il rialzo dei rendimenti, ma il programma di QE non può durare per sempre, senza una riforma strutturale dello statuto della Banca Centrale. Riforma attualmente poco credibile, visto che l’unico possibilista su questa ipotesi, è proprio quel Mario Draghi il cui mandato scadrà tra 18 mesi.
Poi toccherà ad un tedesco, e c’è da aspettarsi una politica di intransigenza, tipica della mentalità teutonica.
Intanto, a settembre, il programma dei QE si avvierà alla conclusione, e inevitabilmente lo spread si alzerà, perché i titoli italiani, senza l’aiuto della BCE, saranno considerati più rischiosi, visto l’alto debito pubblico del nostro paese. Non importa chi sarà al governo, quel che conta sarà la situazione debitoria dello Stato, attualmente con il debito più alto in Europa, dopo la Grecia.