La campagna di Svizzera della OVS è già finita, e l’azienda ha chiesto il concordato. A meno di due anni dall’acquisizione della Vögele, la multinazionale dell’abbigliamento italiano dovrà porre termine alla sua avventura. Nel giugno del 2016, la OVS aveva comprato i punti vendita svizzeri, convinta di sbancare il mercato dell’abbigliamento elvetico, nonostante le promesse del patron Alessandro Montalbano.
Ma invece di assumere, la OVS ha licenziato, in Svizzera. E questo le ha creato ulteriori problemi con lo staff rimasto, che ha dovuto lavorare di più per sopperire alla mancanza di personale.
I sindacati
I sindacati avevano già ampiamente individuato, nella “gestione caotica” di Ovs, compresa una comunicazione opaca, il limite dell’avventura svizzera di Montalbano. L’iniziativa non era mai decollata, e OVS non è mai riuscita a farsi strada in Svizzera.
Ma nessuno aveva previsto un’accelerazione degli eventi. Si pensava, anche dalle dichiarazioni dei vertici aziendali, che si potesse provare a riequilibrare la situazione, e invece si è arrivati sull’orlo del fallimento.
Così OVS ha richiesto, con successo, la moratoria concordataria al tribunale di Höfe. Questo darà modo all’azienda di svendere le merci e raccogliere gli introiti per pagare tutti i creditori, dipendenti compresi.
OVS ha fallito i suoi obbiettivi, anche se, per onor di cronaca, le altre aziende non se la passano meglio. Il commercio al dettagli sta diventando sempre più un mercato informatico, e i costi di gestione dei punti vendita sempre più alti.
Il caro affitti rende molto più conveniente vendere su internet, a prezzi più bassi, ad una clientela che sta prendendo sempre più confidenza con gli acquisti online.