Mini-bot
Economia

Mini-bot: il progetto della Lega. Soluzione o disastro?

Sono in molti oggi ad interrogarsi sulla validità del progetto della Lega sui mini-bot, a firma di Claudio Borghi. Gli analisti classici vedono in questa misura un pericolo, di uscita dall’euro, e per l’economia italiana. Quelli un po’ più aperti alle novità, studiano il sistema per capire se potrebbe essere una soluzione.

Cosa sono i mini-bot

Più nel dettaglio, l’idea dei mini-bot non è del tutto nuova, e in misura diversa, possiamo dire che sia stata già applicata in passato. Una misura destinata a sopperire alla mancanza di moneta nel paese, senza emettere nuovo denaro.

L’idea deriva dai Certificati di Credito Fiscale (CFF), che furono proposti anche da Luciano Gallino, a memoria forse il primo a farlo. I CFF consentirebbero di pagare le tasse, e in poco tempo, circolerebbero come moneta. Ma a differenza dei mini-bot, i CFF sarebbero un credito, e non un debito.

I mini-bot invece, sarebbero un’altra forma di debito statale, ovvero una forma che prevede piccoli tagli, con la speranza che questi circolino come moneta. A differenza dei Bot “classici”, verrebbero emessi e usati per pagare le commesse statali. I classici invece, vengono piazzati ai grandi investitori attraverso il mercato primario, a cui partecipano pochi e autorizzati colossi bancari internazionali.
Con i mini-bot, si vorrebbe sopperire alla mancanza di liquidità, evitando di violare i patti europei sull’emissione di moneta. Il problema è che con i mini-bot, si potrebbe generare un mercato parallelo di titoli, che potrebbero essere ceduti a sconto, in cambio di liquidità.

Lo Stato inoltre, si troverebbe ad emettere ancora debito, da saldare con moneta. La soluzione alternativa dei CFF , a questo punto, sembra nettamente migliore, in quanto lo stato andrebbe ad applicare semplicemente delle detrazioni fiscali, in cambio.

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