argentina
Economia

L’Argentina tenta di fermare la caduta della moneta con prestiti FMI

Da più di un mese l’Argentina tenta di arginare la caduta del peso, senza riuscirci. Oggi è arrivata la bandiera bianca del presidente della Banca Centrale del paese, che ha dato le sue dimissioni dopo che il governo aveva forzato la mano.

Federico Sturzenegger era stato ampiamente criticato dall’amministrazione Macri. Al suo posto arriva il ministro delle Finanze Luis Caputo. Una mossa per calmare i mercati, mettendo un ex banchiere alla guida della banca più importante del paese.

Ma cosa più importante, il governo tenta di fermare la recessione ricorrendo ad un prestito del Fondo Monetario Internazionale.

La recessione argentina e il prestito FMI

La recessione argentina sotto la guida del liberista Macri non accenna a placarsi. La settimana scorsa il governo era ricorso ad un nuovo prestito, di ben 50 miliardi, contratto con l’FMI.

La moneta argentina continua a crollare rispetto al dollaro. Negli ultimi due mesi, il peso ha perso il 25% e le ultime 48 ore sono state decisive per le dimissioni di Sturzenegger, con un crollo del 7% nel cambio con il dollaro.

Gli investitori stanno lasciando l’Argentina, mentre l’inflazione viaggia a doppia cifra. In un anno si è registrato un aumento dell’indice dei prezzi del 26,3%. Solo a maggio l’inflazione è salita del 2,1%, mentre nel mese precedente si era segnato il +2,7%.
Nel frattempo, la Banca centrale aveva aumentato i tassi sul peso fino al 40% con continui acquisti di valuta per far fronte all’inflazione. Ma i cittadini hanno continuato ad acquistare dollari, per salvare i risparmi.

Ora il paese pagherà l’austerity imposta dal FMI, che chiede di azzerare il rapporto deficit/Pil entro due anni. Per fare questo, Macri dovrà tagliare la spesa pubblica per un valore del 3,8% del Pil.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Spam protection by WP Captcha-Free