La guerra commerciale aperta dal Presidente Donald Trump continua la sua marcia verso l’inasprimento. A iniziare è stata l’America, con la consapevolezza che questo avrebbe portato a delle conseguenze.
Conseguenze che possono essere disastrose, e per questo, probabilmente, la guerra commerciale verrà usata come strumento per nuovi equilibri.
A nessuno conviene una guerra a colpi di dazi, ma attualmente siamo ancora al posizionamento delle pedine. E la Cina sembra aver fatto la prima mossa, non tariffaria, per risolvere le tensioni sul traffico di merci tra i due continenti. Il Messico invece ha usato lo stesso peso, e la stessa misura degli Stati Uniti, in attesa di trovare la chiave giusta.
Le mosse di Cina e Messico
Il Messico ha deciso di adottare i dazi contro l’acciaio statunitense. Una mossa uguale e opposta, in attesa di sviluppi. Certamente il Messico ha mezzi ed alternative meno convincenti di altri giganti come la Cina.
Il suo potere negoziale è certamente inferiore, e la scelta è dunque dettata da una prova di forza. Il paese del Centro America prova a mostrare i muscoli, applicando dei dazi in risposta a quelli statunitensi applicati dal primo giugno.
Diversa la proposta della Cina, perché diverso è il suo potere di negoziazione. A Pechino interessano le sue esportazioni di prodotti tecnologici verso gli Washington, che saranno colpite da tariffe doganali pari a 50 miliardi di dollari.
Per risolvere la questione, la Cina porta sul piatto una proposta da 70 miliardi di dollari. Questa sarebbe la promessa cinese, da realizzare acquistando merci agricole ed energetiche dagli Stati Uniti. Una proposta più che interessante.