Tiene banco, sui mass-media e soprattutto sui mercati, la proposta contenuta nel contratto di governo per la cancellazione del debito.
Il mercato ieri ha reagito negativamente, con un’ondata di vendite che hanno affossato Piazza Affari con un netto -2,43%. Protagonista, in negativo, il comparto bancario, che ha perso circa il 3,7%.
Cancellare il debito è possibile?
Cancellare un debito è certamente possibile, secondo alcuni parametri definiti nel “debito odioso” e attuati da alcune nazioni. Ma cancellare parte del debito italiano è attualmente molto improbabile.
In primo luogo, non ci sono quei parametri che sono stati utilizzati nel caso cubano e iracheno, tanto per fare due esempi.
In secondo luogo vi sono delle problematiche tecniche e politiche non indifferenti, per l’attuazione di questa richiesta.
Le problematiche politiche sono evidenti. Se l’Italia potesse usufruire di questa agevolazione, anche altre nazioni potrebbero richiedere lo stesso trattamento. Questo porterebbe a ridiscutere di tutto il sistema dei debiti sovrani. Possibilità remota, in questo momento, senza il consenso di una larga parte delle nazioni. Un debito, per sua natura, va saldato, pena la mancanza di fiducia dei mercati, che finanziano i paesi. È chiaro che questo non potrebbe succedere senza un intervento diretto delle banche centrali, in accordo con l’Unione Europea, per quel che riguarda i titoli detenuti attraverso il programma QE.
Poi bisognerebbe affrontare i problemi tecnici. Le banche centrali possono operare anche con dei patrimoniali negativi, ma contabilmente andrebbe risolto lo squilibrio creato. Tecnicamente sarebbe possibile con le iscrizioni in fair value, ma servirebbe una volontà politica molto forte, non solo in Italia, e nuov modelli contabili.